
Ne deriva che, in sostanza, la motivazione che spinge un giovane a diventare copywriter (o art director, account, planner,... insomma, a lavorare in pubblicità) è la sua natura intimamente crudele, che può arrivare anche a sfiorare la mostruosità disumana.
In questo senso, il più grande e inimitabile pubblicitario della storia è stato senza dubbio Adolf Hitler. Creando una campagna di comunicazione perfetta per le sue idee deliranti, attraverso claim geniali come La razza umana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace, un logo incredibilmente efficace (la svastica), circondandosi di collaboratori di valore come Albert Speer e Leni Riefenstahl per orchestrare eventi e film di fortissimo impatto, è riuscito a vendere la sua visione aberrante a milioni di persone, che l'hanno seguita fino alla distruzione.
Certo, non è stato il primo e purtroppo neanche l'ultimo dei dittatori, però nessuno come lui ha compreso e messo in pratica con tanto successo il fondamentale meccanismo sadomasochistico della comunicazione pubblicitaria. Probabilmente, in questo campo, l'unico ruolo in cui è stato carente è quello di illustratore.
Perciò credetemi, l'unica cosa che salva il mondo è che i pubblicitari hanno pochissimo potere (un tempo almeno avevano i soldi, ora neanche più quelli) e al massimo possono esprimere la loro malvagità nello spingervi a comprare scarpe con la suola che poi si stacca e pannolini che fanno gocciolare fuori la pipì, perchè se fosse altrimenti...
2 commenti:
ti sei scordato di citare il direttore creativo: J.Goebbels.
:::))
La ringrazio per Blog intiresny
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