3 giugno 2007

School of Copy

Con il solo, bieco e dichiarato intento di dirottare visitatori su questo blog in fasce, mi lego a un quesito posto su quello dei demiurghi dell'adv, cioè: quali sono i criteri con cui scegliere un corso di comunicazione? Per non sbracare nelle solite generalizzazioni, riformulo la domanda relativamente al mio campo: qual'è il percorso di studi ideale per un aspirante copywriter?

Risposta: le scuole medie.

Purtroppo io me ne sono reso conto solo troppo tardi, ma le medie (se frequentate in un istituto di livello medio-buono) forniscono tutto il bagaglio di competenze teoriche e tecniche di cui necessita un copy, ovvero della padronanza basic delle regole grammaticali e sintattiche della lingua italiana. Anzi, alle medie ti insegnano anche particolari superflui come la coniugazione del trapassato del congiuntivo, che nessun copywriter userà mai nella sua vita personale e professionale.

Questo indiscutibile dato di fatto, che si applica anche nel caso del copywriting specialistico come quello medico o finanziario (per cui basta saper riassumere i testi dei brief, altra abilità che impari grazie al sussidiario delle medie), è confermato dal senso comune: trovatemi una persona sana di mente che pensi davvero che per partorire frasette come "Dove c'è Barilla c'è casa" o "Una telefonata allunga la vita" ci sia bisogno di un diploma, di una o più lauree e magari anche di un master. L'istruzione superiore serve soltanto a saper usare la parola "demiurgo" in senso ironico in un blog, mentre nella pubblicità si farebbe ricorso ad espressioni più accessibili - anche dai ragazzini, appunto - come "sapientone" o "capoccione".

Del resto, se avessi iniziato a fare il copy a 14 anni, a quest'ora forte di un'esperienza pluridecennale sarei già direttore creativo, anzichè assistente dell'aiuto del sottoposto del copy senior. Questo naturalmente in un mondo ideale, perchè in quello reale il sistema funziona che devi sborsare migliaia di euro per frequentare una scuola di comunicazione all'unico scopo di ottenere gli agganci per entrare in agenzia (come stagista sotto o più spesso nullapagato), senza che ti venga insegnato nulla al di là del modo migliore per farsi raccomandare, e non di rado capita che qualcuno non impari neanche questo e poi rimanga lo stesso a piedi.

Saltando questo passaggio, puoi sperare comunque di entrare come copywriter in un'agenzia, però esclusivamente con le mansioni di un fattorino, senza lo stipendio di un fattorino e senza nemmeno la speranza di venir assunto come fattorino, perchè quando ti sarai rotto e te ne andrai ci saranno altri cento copy che sognano di consegnare pacchi gratis al posto tuo.

Col pezzo di carta della scuola di comunicazione, invece, avrai la fortuna di non dover fare lavori pesanti ma soltanto le fotocopie e il caffè per i superiori, ritirare la posta - giusto le lettere, però, i pacchi lasciali a quello che non ha il diplomino dell'Accademia o dello Ied - e rispondere al telefono quando la segretaria è in bagno (cioè sempre), data la maggiore aura di rispetto che ti circonderà.

Così, se non altro, ti risparmierai l'ernia.

2 commenti:

Two italian Dink ha detto...

mi sa che le medie non le hai finite, se scrivi ancora qual è con l'apostrofo.
Studia copy!
il tuo DC.

Brain Dead ha detto...

grazie caro amico, non potendo permettermi di pagare un correttore di bozze per il blog credevo di dovermi rassegnare alla presenza di qualche erore ortografico qua e là, ma se ci sarai sempre tu a segnalarmeli gratuitamente, mi fai davvero un grandissimo favore!