3 giugno 2007

Come accade che un giovane decida di fare il copywriter.

Siamo in settembre e in un'uggiosa giornata di questo uggioso mese mi capita di laurearmi, ovviamente fuoricorso, dopo averci impiegato un intero anno per scrivere una tesi così noiosa che il mio relatore se la terrà ancora sul comodino al posto del Mellodyn.

Così il giorno dopo mi tocca pormi il classico e angoscioso interrogativo che tutti i neolaureati troppo pigri e/o inetti per averlo fatto prima si trovano a fronteggiare: "E ora che cazzo faccio?"

Al che, mentre elencavo mentalmente tutti i mestieri di mia conoscenza, senza trovarne alcuno che non fosse sommamente faticoso sgradevole e mortificante, chissà perchè e chissà percome mi balza in mente una commediola con Massimo Boldi vista e rivista un sacco di volte in tv, Mia moglie è una bestia, celebre per il sublime incipit in cui un Boldi cavernicolo avverte i suoi amici cavernicoli della presenza di un gruppo di gnugne cavernicole urlando di continuo "Cafi cafi cafi cafi cafi cafi" (lo scopo della mia vita è riuscire a farmi passare questa gag come headline per una pubblicità progresso sulle pari opportunità, ad esempio per le quote rosa: Più cafi in parlamento).

La Vera Illuminazione però la trovai nel ricordare la scena in cui il Boldi degli anni '80, che lavora in un'agenzia pubblicitaria milanese, di fronte al suo capo che gli chiede lo slogan per un'acqua minerale, tira fuori un foglietto di carta, presenta il suo lavoro come frutto di grande sforzo e genio creativo e infine annuncia: "Acqua minerale Taldeitali... Bella fresca!!!".

Voglio fare il lavoro di Boldi in questo film, mi dissi allora, questa cosa di scrivere la pubblicità sembra proprio un giochetto divertente, per nulla faticoso sgradevole e mortificante... sì, ho deciso, farò lo scrittore di pubblicità! (qui ci vorrebbe un link al file sonoro del tipico CRACK di un fulmine che suggella drammaturgicamente le Grandi Scelte, ma non ho voglia di mettermi a cercarlo perciò accontentatevi di immaginare).

Scrittore di pubblicità, proprio così, perchè allora - e parlo di otto mesi fa - non sapevo nemmeno che questa figura si chiamasse copywriter, anzi a dirla tutta ero convinto che il copywriting fosse qualcosa legato al copyright (credo per l'assonanza fra i due termini), e il copywriter una specie di giurista nel campo del diritto d'autore o simili, ed essendo pigro e inetto non avevo mai sentito la necessità di sanare questa ignoranza, senza aver nemmeno la scusante di essermi laureato che so in Ingegneria spaziale o Biologia molecolare, bensì indovinate un po'... già, proprio in Lettere.

Ad ogni modo, appurato finalmente il nome del lavoro che avevo deciso di fare, iniziai dunque a cercarlo... ma questa è un'altra storia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ahahaah. Bravo. Davvero geniale questo raccontino. Hai talento. Adesso spulcerò il tuo blog per sapere se poi sei diventato un copriwater.

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)