9 giugno 2007

Perchè accade che un giovane decida di fare il copywriter (o il pubblicitario in genere)

Il rapporto tra pubblicitari e consumatori è essenzialmente di tipo sadomasochistico, in misura molto maggiore di quanto lo sia quello tra produttori e consumatori: io pubblicitario godo nel convincerti non solo a comprare e ad usare, ma anche a desiderare un prodotto che in realtà non ti serve a migliorare la tua vita sotto nessun aspetto, e di regola è più costoso di prodotti di qualità identica o perfino superiore, e quindi in sintesi a farti del male, mentre tu consumatore godi nel lasciarti convincere che queste stronzate di cui ti circondi continuamente siano ciò che desideri per essere felice, mentre nel profondo sai che l'unico vero piacere che provi è quello di essere inculato da questa illusione e soffrirne a ogni nuovo acquisto che fai.

Ne deriva che, in sostanza, la motivazione che spinge un giovane a diventare copywriter (o art director, account, planner,... insomma, a lavorare in pubblicità) è la sua natura intimamente crudele, che può arrivare anche a sfiorare la mostruosità disumana.

In questo senso, il più grande e inimitabile pubblicitario della storia è stato senza dubbio Adolf Hitler. Creando una campagna di comunicazione perfetta per le sue idee deliranti, attraverso claim geniali come La razza umana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace, un logo incredibilmente efficace (la svastica), circondandosi di collaboratori di valore come Albert Speer e Leni Riefenstahl per orchestrare eventi e film di fortissimo impatto, è riuscito a vendere la sua visione aberrante a milioni di persone, che l'hanno seguita fino alla distruzione.

Certo, non è stato il primo e purtroppo neanche l'ultimo dei dittatori, però nessuno come lui ha compreso e messo in pratica con tanto successo il fondamentale meccanismo sadomasochistico della comunicazione pubblicitaria. Probabilmente, in questo campo, l'unico ruolo in cui è stato carente è quello di illustratore.

Perciò credetemi, l'unica cosa che salva il mondo è che i pubblicitari hanno pochissimo potere (un tempo almeno avevano i soldi, ora neanche più quelli) e al massimo possono esprimere la loro malvagità nello spingervi a comprare scarpe con la suola che poi si stacca e pannolini che fanno gocciolare fuori la pipì, perchè se fosse altrimenti...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ti sei scordato di citare il direttore creativo: J.Goebbels.
:::))

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny