29 luglio 2007

99 Francs, 26.900 Lire, 13.89 Euro, ecc...

Alla fine ho letto anch'io questo libro, popolarissimo e amatissimo nell'ambiente perchè l'autore ha fatto ciò che qualunque pubblicitario sogna di fare, ossia mollare questo ingrato mestiere sputtanando colleghi, agenzia, clienti e tutto il circo della pubblicità, facendosi appunto licenziare dalla Young & Rubicam - nella quale io darei un polmone per entrare, se non altro per gli stipendi da 13.000 al mese dei copywriter senior - in seguito alla pubblicazione.

Trovata di lancio formidabile, perchè da un lato richiama la familiare aura da scrittore maudit d'oltralpe che dai tempi di Baudelaire non è mai passata di moda, e dall'altro conta proprio sulla stupidità dei milioni di lettori ancora disposti a bersela.

Che razza di coraggio ci vuole, infatti, a smettere di fare il pubblicitario con 2 milioni di euro sul conto in banca (vedi pag. 92)? Piuttosto, bisognerebbe avere una grave malattia mentale per continuare a farlo...

Inoltre l'autore non considera che la pubblicità "creativa" inquina l'universo tanto quanto quella "mediocre" (sempre che si possa stabilire una netta linea di confine fra le due), per il semplice fatto che sempre di pubblicità si tratta, appunto... e questo romanzo cos'è, paradossalmente e volutamente, se non un gigantesco spottone del mestiere di copywriter? Riuscito in maniera perfetta, del resto, dato che come ho detto 99 Francs è apprezzato - e soprattutto comprato* - da tutti.

Più che le sue ammuffite riflessioni alla Adorno/Horkheimer/Marcuse/Debord (ebbene sì, anche se non sembra qualcosa ho studiato), forse sarebbe più onesto ammettere che la pubblicità è la forma base di qualunque comunicazione umana, visto che ogni volta che apriamo bocca cerchiamo di vendere qualcosa - un'idea, un prodotto, una persona,... - a qualcuno in cambio di qualcos'altro - adesione, soldi, sesso, potere,...

Perciò è inutile scagliarsi contro la pubblicità, allora tanto varrebbe bruciare la Divina Commedia perchè non è altro che un interminabile e anche un po' noioso copy ad del Cristianesimo, e alla fine quando si è distrutto tutto, libri quadri film tv giornali internet umanità eccetera, tornare a rinchiudersi nelle caverne come scimmioni che non hanno ancora toccato il pietrone nero di 2001: Odissea nello spazio.

Comunque, al di là della scopiazzatura malriuscita di Bret Easton Ellis (cosa per cui l'autore ha la mia solidarietà, come tutti gli scopiazzatori), mi piace come ha camuffato i nomi, anche se per la fantomatica produttrice di yogurt "Madone" poteva anche ricordare il claim "Mad-mad-mad... Madone!", oltre a quello "Mmm... Madone" che cita... ma forse in Francia non si usa.

p.s. questo blog è aggiornato poco e malamente per le seguenti ragioni:

- tanto non lo legge nessuno;

- non sono pagato per scriverlo;

- mi stanno sulle palle i blog aggiornati quotidianamente;

- sono uno scansafatiche.

*io l'ho preso in biblioteca, dato che al contrario di Beigbeder non guadagno abbastanza da permettermi il lusso di acquistare libri.

6 commenti:

EvaKant ha detto...

leggerò con attenzione il libro e spero anche di vedere il film.
jean dujardin mi sembra adattissimo per il ruolo.
e non è vero che nessuno ti legge
io ci sono arrivata :-)

Anonimo ha detto...

La mia personalissima opinione su questo libro è che FA CAGARE.
Si salva solo la pagina in cui dice che un creativo produce solo per i dieci direttori creativi delle grandi agenzie, sperando che lo assumano.
Per il resto è una paraculata pazzesca, pazzescamente riuscita.
Ma come romanzo non vale la carta su cui è scritto (ormai peraltro riciclata, visto che per il successo è diventato un tascabile ormai da anni).

Anonimo ha detto...

Allora se non ti frega del tuo Blog faccio un pò di Copia e Incolla sul mio ... grazie Antonio

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